Alberto Pellegatta su Verso l’annichilirsi del disegno



Dagnino, prospettive poetiche premiate a Orta
Se il libro è un edificio, l’esordio di Massimo Dagnino è una solida struttura, complessa e acuta. A Verso l’annichilirsi del disegno…, la sua prima raccolta di poesie edita da LietoColle di Parè, verrà attribuito sabato alle 17.30 il "Premio Orta San Giulio" per l’opera prima. Ad Antonio Riccardi, editor di Mondadori, il primo premio per Gli impianti del dovere e della guerra (Garzanti). La prima poesia del libro di Dagnino, Il sogno dell’architetto, introduce il tema dominante, quello delle strutture. Architetture di edifici ma anche forme del corpo umano e del suo agire. Un libro originale scritto con uno stile asciutto. Le emozioni sono raffreddate in un processo descrittivo che va dalla città ai suoi abitanti.
"Lo spaccato assonometrico" metropolitano è un luogo della mente in cui riconoscersi, è topografia della scrittura poetica. Attraverso la dissolvenza, l’autore disegna il proprio mimetismo. La "prospettiva scrostata / dei muri " e "il panorama / quadrettato, disciplinato" sono i protagonisti. La città è "ritmo", "frequenza", misura della vita e destino. Per sapiente sovrapposizione Genova è insieme Boston, Tokyo e San Francisco. Una città totale in cui si muove la folla cui Dagnino offre la propria voce, dal "fuori campo, in bilico tra playback e film", "a un passo / dal fuori fuoco". Tra queste pagine troviamo il "passaggio", il "tunnel", lo "spazio fluido" di una visione "grandangolare", "l’esplorazione emotiva" della "città / vivente"

Alberto Pellegatta
(Fonte: Corriere di Como. Giovedì 7 ottobre 2004)

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